Blog

SUPER BONUS 110%

PREMESSA
Recentemente la Corte di Cassazione è intervenuta con alcune sentenze,affermando il seguente principio di diritto: “Il beneficio fiscale,di cui all’art.1,comma 344 e seguenti, della legge n. 296/2006 e al decreto del ministero dell’economia e delle finanze del 19 febbraio 2007,per le spese documentate relative ad interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, spetta ai soggetti titolari di reddito d’impresa(incluse le società),i quali abbiano
sostenuto le spese per l’esecuzione degli interventi di risparmio energetico su edifici concessi in locazione a terzi” ovvero “su edifici riassegnati ai soci”

RATIO LEGIS
I giudici di legittimità, nel motivare il suddetto principio, hanno osservato che nell’intento d’incentivare gli interventi di miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale,in funzione della tutela dell’interesse pubblico ad un generalizzato risparmio energetico le quali non pongono alcuna limitazione,né di tipo oggettivo(con riferimento alle categorie catastali degli immobili),né di tipo soggettivo(riconoscendo il bonus alle ‘persone fisiche’,”non titolari di reddito d’impresa’ed ai titolari di ‘reddito d’impresa’,incluse ovviamente le società) alla generalizzata operatività della detrazione d’imposta”.

Breve trattato sulla decrescita serena

Decrescita Felice: consumare di più non significa vivere meglio

Una mattina una signora chiede al marito di scendere al mercato a comprarle delle lumache e gli raccomanda di tornare prima possibile perché deve prepararle per il pranzo.

Il marito si reca al mercato, compra le lumache, ma poi decide di fare un salto al bar, giusto per salutare gli amici e bere un bicchierino con loro.

A forza di saluti e di bicchieri, l’uomo si accorge che è già mezzogiorno, allora esce di corsa dal bar e per tutto il tragitto pensa ad una scusa plausibile da rifilare alla moglie, per giustificare il suo ritardo.

Arrivato sulla porta di casa, suona il campanello e poi rovescia le lumache davanti all’uscio.

Quando la moglie apre la porta l’uomo, rivolgendosi alle lumache, le apostrofa con decisione: “Forza ragazze! Ancora un piccolo sforzo e siamo arrivati!”

“La lumaca – ci spiega Ivan Illich – costruisce la delicata architettura del suo guscio aggiungendo una dopo l’altra delle spire sempre più larghe, poi smette bruscamente e comincia a creare delle circonvoluzioni stavolta decrescenti. Una sola spira più larga darebbe al guscio una dimensione sedici volte più grande. Invece di contribuire al benessere dell’animale, lo graverebbe di un peso eccessivo. A quel punto, qualsiasi aumento della sua produttività servirebbe unicamente a rimediare alle difficoltà create da una dimensione del guscio superiore ai limiti fissati dalla sua finalità. Superato il punto limite dell’ingrandimento delle spire, i problemi della crescita eccessiva si moltiplicano in progressione geometrica, mentre la capacità biologica della lumaca può seguire soltanto, nel migliore dei casi, una progressione aritmetica”.

Nel 2020 il Pil pro-capite nel mondo sarà di 15.000 dollari, contro gli attuali 8.000. L’Occidente avrà ridotto del 15% il proprio potere d’acquisto. Il Primo Mondo conserverà il primato nella produzione di idee. I Paesi emergenti produrranno soprattutto beni materiali. Il Terzo Mondo fornirà materie prime e manodopera a basso costo. Accanto ai Bric (Brasile, Russia, India, Cina), saranno emersi i Civets (Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia, Sud Africa). Contro i Paesi emergenti si può vincere solo attraverso prodotti ad alta intensità creativa e innovativa. Ma in questi anni sta emergendo un filone di pensiero, chiaramente ispirato alla decrescita teorizzata da Nicholas Georgescu-Roegen, fondatore della bioeconomia, e di cui Latouche è uno dei principali ispiratori, secondo il quale per i Paesi industriali avanzati (e quindi anche per il nostro) la sfida consiste nel decrescere economicamente, migliorando la serenità e la qualità della vita. Nel lungo periodo non avremmo alternative credibili.

“Oggi la crescita è un affare redditizio solo a patto di farne sopportare il peso e il prezzo alla natura, alle generazioni future, alla salute dei consumatori, alle condizioni di lavoro degli operai e, soprattutto, ai paesi del Sud”. Allora, secondo questo filone di pensiero, tanto vale limitare i danni, divenire consapevoli che la lotta per la competitività finale è già persa e organizzarsi per vivere con serenità il tempo che ci rimane, organizzando la nostra decrescita.

Sicuramente in questi anni i miti di crescita indefinita e la cosiddetta “teologia del Pil” ci hanno condotto nei vicoli ciechi della crisi globale che stiamo vivendo, ma da qui a teorizzare di abbandonare il campo della lotta per la competitività del nostro Paese, il passo mi sembra troppo lungo e, soprattutto, troppo pericoloso per le nostre prossime generazioni.

“Breve trattato sulla decrescita serena

Decrescita Felice: consumare di più non significa vivere meglio

Una mattina una signora chiede al marito di scendere al mercato a comprarle delle lumache e gli raccomanda di tornare prima possibile perché deve prepararle per il pranzo.

Il marito si reca al mercato, compra le lumache, ma poi decide di fare un salto al bar, giusto per salutare gli amici e bere un bicchierino con loro.

A forza di saluti e di bicchieri, l’uomo si accorge che è già mezzogiorno, allora esce di corsa dal bar e per tutto il tragitto pensa ad una scusa plausibile da rifilare alla moglie, per giustificare il suo ritardo.

Arrivato sulla porta di casa, suona il campanello e poi rovescia le lumache davanti all’uscio.

Quando la moglie apre la porta l’uomo, rivolgendosi alle lumache, le apostrofa con decisione: “Forza ragazze! Ancora un piccolo sforzo e siamo arrivati!”

La lumaca – ci spiega Ivan Illich – costruisce la delicata architettura del suo guscio aggiungendo una dopo l’altra delle spire sempre più larghe, poi smette bruscamente e comincia a creare delle circonvoluzioni stavolta decrescenti. Una sola spira più larga darebbe al guscio una dimensione sedici volte più grande. Invece di contribuire al benessere dell’animale, lo graverebbe di un peso eccessivo. A quel punto, qualsiasi aumento della sua produttività servirebbe unicamente a rimediare alle difficoltà create da una dimensione del guscio superiore ai limiti fissati dalla sua finalità. Superato il punto limite dell’ingrandimento delle spire, i problemi della crescita eccessiva si moltiplicano in progressione geometrica, mentre la capacità biologica della lumaca può seguire soltanto, nel migliore dei casi, una progressione aritmetica”.

Nel 2020 il Pil pro-capite nel mondo sarà di 15.000 dollari, contro gli attuali 8.000. L’Occidente avrà ridotto del 15% il proprio potere d’acquisto. Il Primo Mondo conserverà il primato nella produzione di idee. I Paesi emergenti produrranno soprattutto beni materiali. Il Terzo Mondo fornirà materie prime e manodopera a basso costo. Accanto ai Bric (Brasile, Russia, India, Cina), saranno emersi i Civets (Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia, Sud Africa). Contro i Paesi emergenti si può vincere solo attraverso prodotti ad alta intensità creativa e innovativa. Ma in questi anni sta emergendo un filone di pensiero, chiaramente ispirato alla decrescita teorizzata da Nicholas Georgescu-Roegen, fondatore della bioeconomia, e di cui Latouche è uno dei principali ispiratori, secondo il quale per i Paesi industriali avanzati (e quindi anche per il nostro) la sfida consiste nel decrescere economicamente, migliorando la serenità e la qualità della vita. Nel lungo periodo non avremmo alternative credibili.

“Oggi la crescita è un affare redditizio solo a patto di farne sopportare il peso e il prezzo alla natura, alle generazioni future, alla salute dei consumatori, alle condizioni di lavoro degli operai e, soprattutto, ai paesi del Sud”. Allora, secondo questo filone di pensiero, tanto vale limitare i danni, divenire consapevoli che la lotta per la competitività finale è già persa e organizzarsi per vivere con serenità il tempo che ci rimane, organizzando la nostra decrescita.

Sicuramente in questi anni i miti di crescita indefinita e la cosiddetta “teologia del Pil” ci hanno condotto nei vicoli ciechi della crisi globale che stiamo vivendo, ma da qui a teorizzare di abbandonare il campo della lotta per la competitività del nostro Paese, il passo mi sembra troppo lungo e, soprattutto, troppo pericoloso per le nostre prossime generazioni.

E-Commerce:Come aumentare il tasso di conversione? “GoogleShopping”

Incrementare il tasso di conversione parte prima:

  • Se i tuoi annunci generano un traffico elevato, ma non hanno un numero sufficiente di utenti che realmente effettuano un acquisto o una registrazione (Google chiama queste azioni “conversioni”), possiamo utilizzare diversi sistemi per migliorare la situazione. 

Nella mia qualità di Google Analytics l’aiuto stà nel comprendere meglio i clienti e il modo in cui interagiscono con il tuo sito, i contenuti e i prodotti. Con Analytics abbiamo potenti spunti e la possibilità di impiegarli rapidamente grazie alla sua integrazione con Google Ads.


L’innovazione e la costante assistenza giornaliera fornita aiuta a creare annunci per promuovere i tuoi prodotti o servizi, per poi mostrarli agli utenti che potrebbero acquistare da te attraverso Ricerca Google, YouTube e la rete di siti partner e app di Google.


L’integrazione tra Google Analytics e Google Ads permette di avere una chiara visione di come i gli annunci generano conversioni e si adattano rapidamente alla creatività e alle offerte. Possiamo anche utilizzare i due prodotti in sinergia, in modo da individuare i segmenti di clienti più importanti per te, per poi coinvolgerli con messaggi personalizzati.

Ritiene soddisfacente le informazioni!

E-commerce report 2020

Lo stato dell’e-commerce

L’e-commerce in Europa

L’Europa è il continente con la più alta penetrazione di internet pari 85%

Utenti europei internet …….727,56 milioni

Acquisti Europa nel 2019…….70,6% popolazione


In media il 64,5% degli utenti nell’ultimo anno ha acquistato utilizzando un dispositivo mobile e il 79% ha ordinato prodotti tramite marketplace. In quest’ultimo caso la percentuale arriva fino al 94% in Spagna, 97% nel Regno Unito e 98% in Italia.

Le vendite online al dettaglio sono pari a 309 miliardi di euro, con una crescita del 10% rispetto all’anno precedente.
Secondo le stime questo valore crescerà fino a 343 miliardi nel 2020.
Tra i settori che producono maggiormente si evidenziano quello Moda con 89 miliardi di euro (+10% rispetto al2018), Elettronica di consumo e Media con 76 miliardi di euro (+10%), Tempo libero con 60 miliardi di euro (+8%), Casa e arredamento a quota 44 miliardi di euro (+12%) e infine Alimentare e Salute e Bellezza con 38 miliardi di euro (+12%). Il fatturato annuo medio per utente in Europa è di 558 euro 25.

Attività merceologiche 2019

  1. Tempo libero………………………….42,7%
  2. Turismo…………………………………..25,6%
  3. Centri commerciali ………………15,5%
  4. Assicurazioni……………………………4,6%
  5. Elettronica di consumo …………3,3%
  6. Alimentare ……………………………….3,1%
  7. Moda …………………………………………2,1%
  8. Editoria …………………………………….1,8%
  9. Casa e arredo…………………………….0,9%
  10. Salute e bellezza ………………………0,4%

Ritiene soddisfacente l’informazione?

GOOGLE HA GIA’ IMMAGINATO LO SHOPPING DEL FUTURO

L’e-commerce cresce vertiginosamente: cosa può salvare supermarket e centri commerciali dalla sicura estinzione, almeno nella loro forma attuale? Parliamo di economia dell’esperienza.

Nel prossimo decennio la personalizzazione basata sull’intelligenza artificiale, le interfacce AR / VR e gli ambienti intelligenti basati sui sensori potrebbero cambiare lo shopping del futuro. Se accadrà, il “centro commerciale” di oggi diventerà una piattaforma non più centrata sul semplice storaggio ed acquisto di merci. Potremmo assistere al l’adattamento di queste strutture come poli per l’istruzione, l’intrattenimento e nuovi modelli di business che neanche immaginiamo oggi.

Riflessioni sullo shopping del futuro

Sopravvivenza e Metamorfosi dovranno andare di pari passo. L’intelligenza artificiale attirerà nuovi clienti personalizzando le loro esperienze. I negozi saranno pieni di checkout senza casse e specchi interattivi di prova.

L’abbigliamento nello shopping del futuro sarà “sartoriale-istantaneo” e si adatterà perfettamente all’utente. L’esplosione di una convergenza di sensori e stampa 3D aggiungerà ancora più valore all’esperienza personale. Le scansioni del corpo ultra veloci consentiranno alle stampanti 3D di creare prodotti perfetti, sul posto e senza sprechi.

Insomma: il tempo è la risorsa più preziosa, e l’economia dell’esperienza renderà lo shopping qualcosa di molto più complesso e avanzato di acquistare un prodotto.

Ritiene soddisfacente le informazioni?

L’attuale panorama politico italiano conferma che Machiavelli aveva ragione.

. L’Italia è considerata la culla della scienza politica moderna,e a ragione. Il fiorentino Niccolò Machiavelli infatti non solo scrisse“Il Principe”,ma anche i meno celebri“Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio”,l’autore rifletteva sull’ascesa e sulla caduta della Repubblica romana avvenuta secoli prima.

Le lezioni sulla sopravvivenza delle Repubbliche rimangono importanti per l’oggi,sia per l’Italia sia per tutte le altre democrazie occidentali. Machiavelli,muovendosi sulle orme dello storico greco Polibio,giunse alla conclusione che la migliore forma di governo è una miscela bilanciata di monarchia (o potere esecutivo),aristocrazia (cioè il comando di pochi), e democrazia (cioè il potere della moltitudine). Nessuno di questi princìpi,se applicato da solo, avrebbe potuto garantire invece una stabilità duratura.

La monarchia pura sarebbe degenerata inesorabilmente in tirannia, l’aristocrazia in un’oligarchia e la democrazia nel dominio delle masse. Solo quando ciascuno di questi princìpi fosse riuscito a coesistere con gli altri due, bilanciandosi a vicenda,si sarebbe potuto stabilire un certo equilibrio. Il modello si riflette oggi ai tempi del Covid-19,far convivere scienza,economia, politica.

Covid-19, tra paura di morte sociale e voglia di vita.


Quella che il Covid-19 ha innescato è una condizione inedita da tutti i punti di vista e per tutte le scienze. Lo è per la medicina, in primis, così come per tutti i settori scientifici che stanno cercando di debellare un virus insidioso e sconosciuto. Ma le è anche per la società e, in generale, per le scienze sociali. E’ impossibile non riflettere sull’impatto che tale situazione sta avendo, ed avrà, sul mondo e sulla società contemporanea, una società di “fluida”, ma che deve fare i conti con condizioni e modalità di comportamento totalmente nuove, tra rischio sociale, isolamento e la necessità insita nell’uomo, ossia di vivere in quanto “animale sociale”.“

„Una riflessione in tal senso arriva dal professor Raffele Federici, docente di Sociologia all’Università degli studi di Perugia. Studioso del pensiero simmeliano e orteghiano, si occupa di sociologia dei processi culturali, sociologia della comunicazione, sociologia dell’arte e del paesaggio e sociologia e antropologia della salute.“ „In questa situazione possiamo cogliere dei segnali interessanti. E’ possibile individuarne principalmente tre, che vanno a descrivere le conseguenze e le reazioni al Covid.

Il primo segnale riguarda il rispetto delle regole, che determina coesione sociale”. Nonostante alcuni fenomeni di disobbedienza, infatti, “la maggior parte degli italiani ha rispettato e sta rispettando le indicazioni e le prescrizioni per il contenimento della diffusione del Coronavirus, creando un sentimento condiviso”.“


Il secondo aspetto riguarda le istituzioni: “Nonostante la grande difficoltà – continua Federici – l’emergenza ha evidenziato come anche le realtà grandi e complesse riescano a mettere da parte lungaggini e burocrazia stringente per raggiungere un obiettivo. Un riferimento non può non andare, ad esempio, all’Università degli studi di Perugia, che ha dimostrato come non sia vero che le grandi istituzioni debbano essere per forza lente. Dai docenti è arrivata una grande risposta e in pochissime ore siamo riusciti a far partire la didattica online praticamente in tutto l’Ateneo. Non era affatto scontato”“


Il terzo aspetto, è quello più filosofico: “Quando c’è paura e un sentimento così forte di morte sociale, la gente ha voglia di vita. Si innesca così la generatività sociale e biologico. In pratica, quando viene limitata la libertà individuale, come sta accedendo oggi, nelle persone scatta la voglia di ritorno alla vita, e questo sicuramente ci cambierà in maniera significativa”.“